Dl sport, il ministro Ciriani dopo i rilievi del Colle: “Modifiche in aula”

Dopo i rilievi del Colle sul dl Sport, il governo decide di intervenire. "Faremo delle modifiche in Aula”, spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, uscendo dalla commissione Bilancio del Senato chiamata a esprimere il parere sulle coperture del decreto, già approvato dalla Camera.
La commissione ha approvato l'emendamento presentato dal relatore Andrea Paganella per sopprimere due norme dell'articolo 11 del decreto Sport che disciplina l'istituzione di una Commissione indipendente per la verifica dei conti delle federazioni sportive professionistiche a partire da calcio e basket. Al voto non hanno partecipato le opposizioni in polemica con la gestione dei lavori da parte della maggioranza.
Il Quirinale avrebbe chiesto di depennare dal testo, già approvato a Montecitorio, la norma che consente a Sport e Salute (società controllata dallo Stato) di essere presente nei comitati delle manifestazioni sportive che godono di contributi pubblici superiori a 5 milioni di euro. Una disposizione che rende erga omnes quella riguardante le Atp Finals di Torino.
Sulla questione, il ministro dello Sport Andrea Abodi afferma: "La commissione sta lavorando su due commi all'articolo 2". Si lavora solo sulle modifiche all'articolo 11? "Per quanto mi riguarda - prosegue - io ho fatto un passo di lato e ora è la commissione con la mediazione del governo a discutere con il Quirinale". Quanto all'ipotesi che il Colle possa rinviare il testo in Parlamento, il titolare dello Sport risponde: "Se andiamo avanti evidentemente no, rispettosamente no".
Intanto dall’opposizione arrivano i primi commenti. La capogruppo di Iv al Senato, Raffaella Paita, dice: "Pasticci su pasticci, sono dilettanti allo sbaraglio".
"Basta mortificazione del Parlamento", commenta il senatore del Pd, Francesco Verducci, intervenendo al Senato. "In questo testo - aggiunge - si vuole imporre un commissariamento dello sport italiano e lo si fa per decreto. Lo sport viene usato come cassaforte. Questo decreto è sbagliato e pericoloso, resta l'emblema di una destra che punta a fare dello sport un feudo di potere, una terra di conquista".
La Repubblica